RADIOLOGIA
La radiografia è nata nel 1895 con la scoperta dei raggi X, da parte del fisico Wilhelm Conrad Röntgen che descrisse per primo le loro proprietà. Questi raggi precedentemente sconosciuti (da qui l'X del nome) sono un tipo di radiazione elettromagnetica.
Non passò molto tempo dalla loro scoperta che i raggi X vennero utilizzati per una varietà di applicazioni: da un sistema per aiutarsi ad adattare le scarpe alla propria misura fino agli utilizzi medico-diagnostici. La prima radiografia effettuata per un intervento chirurgico venne realizzata soltanto un anno dopo la scoperta dei raggi, a Birmingham, dal maggiore John Hall-Edwards, vero pioniere della tecnica.
Durante la prima guerra mondiale, Marie Curie sostenne l'uso delle unità mobili di radiografia come mezzo di diagnosi per i soldati feriti. Inizialmente molte figure professionali furono incaricate di eseguire le radiografie in ambito sanitario: fisici, medici, fotografi, infermieri e tecnici.
Nel corso degli anni si è sviluppata, intorno a questa tecnologia, la specialità di radiologia medica e la figura del tecnico sanitario di radiologia medica.
Con il termine Radiologia digitale si indica la modalità di acquisizione digitale dell'immagine Rx che mediante hardware e software dedicati consente l’elaborazione dei dati in formato numerico, la modifica post-acquisizione e l’archiviazione su supporto magnetico. A confronto con la radiografia analogica, la tecnica digitale perde in risoluzione spaziale, ma guadagna nettamente in contrasto in quanto riesce a migliorare la qualità delle immagini grazie ad algoritmi di elaborazione che esaltano i particolari di interesse diagnostico. Ne consegue che eventuali errori di esposizione, sempre possibili in radiologia, portano comunque ad un'immagine utilizzabile per la diagnosi, diversamente dai sistemi convenzionali nei quali un errore significa ripetizione dell'esame, con conseguente doppia esposizione del paziente ai raggi X.